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Le Sinfonie di Beethoven a Palazzo Ducale

Le Sinfonie di Beethoven: Giovanni Bellucci

7 novembre 2021 ore 10:00 Palazzo Ducale

INTERPRETI

  • Giovanni Bellucci pianoforte
  • Danilo Faravelli relatore

PROGRAMMA

ore 10: Conferenza introduttiva
ore 11: Concerto

  • Ludwig van Beethoven
    Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 Corale (trascrizione per pianoforte di Franz Liszt)
    Terminato
    Foto
    Giovanni Bellucci Giovanni Bellucci Giovanni Bellucci Giovanni Bellucci Giovanni Bellucci

    La Nona Sinfonia è uno straordinario monumento musicale sotto tutti gli aspetti, non ha precedenti né dal punto di vista architettonico, né per le dimensioni.
    In essa confluiscono molti elementi che ne determinano l’originalità: ovviamente la struttura di forma-sonata nel primo movimento, che tuttavia non propone, come di consueto, i due caratteristici temi, uno alla tonica e uno alla dominante, bensì tre, ma forse è meglio parlare di tre gruppi di temi, poiché in ogni tema si riconoscono almeno due facce diverse; ci sono momenti riconducibili al mondo dei lieder o della musica sacra, parti nello stile operistico, in quello militare o alla turca; l’uso di strumenti mai utilizzati per creare situazioni timbriche molto espressive; infine raggruppamenti ritmici e aspetti metrici non usuali nella sinfonia di quel tempo.
    Gli studi su questo capolavoro unico della storia della musica hanno dimostrato come Beethoven avesse lungamente pensato al materiale che avrebbe costituito la sua Nona Sinfonia.
    Massimo Mila nella sua lettura della Nona Sinfonia nota come nel Lied Seufzer eines Ungeliebten und Gegenliebe del lontano 1794 fosse chiaramente prefigurata la melodia diventata in seguito celeberrima nel movimento finale della Nona.
    E, poco dopo, afferma a proposito della lunghezza della Sinfonia che «ognuna delle otto sinfonie precedenti poteva essere concisa e compatta, perché era circoscritta: ognuna era la rappresentazione di un aspetto singolo della personalità di Beethoven, di un momento della sua vita interiore. (…) Si fonda qui, in questo carattere di ricapitolazione, di bilancio di una vita, questa concezione monumentale del genere sinfonico che si affermerà lungo l’Ottocento e che culminerà nella definizione di Gustav Mahler, una Sinfonia dover essere un mondo».

    La rivista Diapason considera Giovanni Bellucci fra i maggiori pianisti lisztiani della storia, accanto a Martha Argerich, Claudio Arrau, Alfred Brendel, Georges Cziffra e Krystian Zimerman. Nell’attribuirgli il premio discografico "Editor’s choice", Gramophone definisce Bellucci “un artista destinato a continuare la grande tradizione italiana, storicamente rappresentata da Busoni, Zecchi, Michelangeli, Ciani, Pollini”.
    Giovanni Bellucci ha vinto nel 1996 la World Piano Masters Competition di Montecarlo e ha conseguito una serie di successi in concorsi internazionali quali "Queen Elisabeth" di Bruxelles, "Prague Spring", "Busoni" di Bolzano, Premio "Alfredo Casella" della RAI e "Claude Kahn" di Parigi.
    Impegnato in un’intensa attività solistica, Bellucci è accompagnato da celebri orchestre ed è invitato dai più importanti teatri di tradizione e festival.
    Ha ricevuto, dopo la sua prima trionfale tournée australiana, il premio "Recital of the Year", attribuito dal Sydney Morning Herald.

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