Le Sinfonie di Beethoven a Palazzo Ducale

Le trascrizioni di Beethoven, Liszt e Hans Sitt per pianoforte, violino e pianoforte e trio d'archi

Da sabato 25 settembre 2021 a mercoledì 17 novembre 2021

Un imponente progetto musicale proposto nella Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale: le Sinfonie di Ludwig van Beethoven, l’opera più conosciuta e ammirata del grande genio di Bonn, in occasione delle celebrazioni del 250° anniversario della nascita del compositore tedesco.
Il ciclo, che si terrà sabato 25 e domenica 26 settembre, sabato 6, domenica 7 e mercoledì 17 novembre, sarà accompagnato da conferenze tendenti a illustrare il contesto storico nel quale sono venute alla luce le magnifiche composizioni e ad introdurre osservazioni sugli aspetti formali più significativi.
La rassegna ospiterà come protagonisti il violinista ​​Jorge Jiménez, i pianisti Silvia Márquez e Giovanni Bellucci e l'Atos Trio. Le conferenze introduttive saranno tenute dal docente e musicologo Danilo Faravelli.

Le esecuzioni delle Sinfonie avverranno nella versione trascritta, con una ragione che è importante illustrare.
La trascrizione di una composizione avviene attraverso uno o più strumenti diversi da quelli utilizzati nella versione originaria ed è sempre stata una occasione per rigenerare un’opera anche da parte dello stesso autore (pensiamo pure a Bach, a Mozart o allo stesso Beethoven).
Nel progetto GOG a Palazzo Ducale i trascrittori sono tre: il primo da citare è Beethoven che ha magistralmente trascritto la sua Seconda Sinfonia per Trio, pianoforte, violino e violoncello, poi Franz Liszt, l’immenso pianista virtuoso che ha rivoluzionato la tecnica compositiva al pianoforte dopo aver ascoltato e conosciuto la qualità del violino di Paganini e Hans Sitt, compositore e insegnante ceco della seconda metà dell’ottocento, tra i maggiori violinisti di ogni tempo.

Alfredo Casella, importante compositore italiano del novecento, ci aiuta nella comprensione del grande lavoro di Liszt a proposito delle trascrizioni di tutte le Sinfonie di Beethoven affermando che “il pianismo lisztiano riesce pienamente a rendersi equivalente della virtuosità e del colorismo orchestrale grazie al fatto che alle figurazioni originali non eseguibili sulla tastiera, vengono sostituite equivalenze essenzialmente pianistiche, mediante le quali il carattere originale del modello viene conservato sempre e non di rado irrobustito”.
È anche interessante riportare un commento apparso a Vienna dopo la pubblicazione della trascrizione della Seconda Sinfonia ad opera di Beethoven nel 1806: “È per coloro che per raccoglimento vogliono ripetere il piacere dell’esibizione completa, guardare oltre ed esaminare con più calma tutto ciò che non era del tutto chiaro o particolarmente di loro gradimento”.

Molti pianisti amano presentare in un concerto le ultime tre Sonate di Beethoven perché ritengono che l’ascolto di queste tre composizioni riunite possa avvicinare il pubblico alla più intima e allo stesso tempo più intensa conoscenza della musica del grande Maestro di Bonn. Così accade anche per la Nona Sinfonia che, in un certo senso, riunisce in sé quanto le altre otto singolarmente possono dirci sul contenuto della musica di Beethoven.
Il progetto della GOG a Palazzo Ducale vuole favorire la conoscenza di Beethoven, dell’uomo e del compositore, attraverso l’ascolto delle sue Sinfonie nelle trascrizioni di Franz Liszt, Hans Sitt e dello stesso Beethoven. Per Liszt la trascrizione di tutte le Sinfonie costituì un mezzo per amare e comprendere maggiormente la loro bellezza permettendogli di esplorare le infinite possibilità del pianoforte trasferendovi la ricchezza dell’orchestrazione.
Liszt sentiva di dover a Beethoven la propria infinita abilità di pianista avendo studiato col miglior allievo di Beethoven, Carl Czerny, e nella trascrizione delle Sinfonie il suo pianismo.
Hans Sitt è stato un importante violinista, didatta e compositore ceco, allievo di un altro celebre violinista, Antonin Bennewitz, riconducibile alla prestigiosa scuola di Giovanni Battista Viotti. La trascrizione per violino e pianoforte delle Sinfonie propone uno sguardo molto interessante sul trattamento degli archi da parte di Beethoven e allo stesso tempo risulta un’occasione di ascolto nitido dell’aspetto contrappuntistico nello stile del Maestro.
Un discorso speciale merita la trascrizione per Trio della Seconda Sinfonia ad opera di Beethoven stesso, ben commentata su un giornale di Vienna dopo la pubblicazione e l’esecuzione nel 1806: «È per coloro che per raccoglimento vogliono ripetere il piacere dell’esibizione completa, guardare oltre ed esaminare con più calma tutto ciò che non era del tutto chiaro o particolarmente di loro gradimento».
Oggi noi disponiamo di moltissime registrazioni di tutte le Sinfonie di Beethoven, possiamo ascoltarne nelle interpretazioni di tutti i principali interpreti, ma crediamo che solo l’ascolto dal vivo riesca a portarci nel cuore di una energia speciale, fonte di una bellezza difficilmente immaginabile.

Il programma completo è consultabile nell'apposito libretto della rassegna.

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