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Intervista a Silvia Manfredi del Mademi Quartet

Silvia Manfredi

Formato da Silvia Manfredi, Eleonora De Lapi, Giulia Magnanego e Giorgia Mammi - clarinettiste diplomate in Italia e negli Stati Uniti, Il Mademi Quartet si è formato nel 2011 allo scopo di proporre brani musicali scritti o arrangiati per quartetto di clarinetti.
In occasione del loro concerto in streaming per la Rolli Days Digital Week di maggio 2020, la clarinettista Silvia Manfredi ha proposto un'interessante intervista, illustrando i progetti presenti e futuri del suo ensemble.

Come nasce il Mademi Quartet?
Eleonora De Lapi ed io ci siamo conosciute suonando insieme nell'orchestra di palcoscenico del Teatro Carlo Felice.
Mi ero appena trasferita in Italia dagli Stati Uniti, per cui non conoscevo quasi nessuno; poco tempo dopo, una sera Eleonora mi ha chiamato, chiedendomi se volevo far parte di un quartetto. A me sembrava di toccare il cielo con un dito: ero felicissima di questa proposta!
Eleonora conosceva Giulia Magnanego con cui aveva già lavorato, quindi tre membri del Quartetto erano pronte a partire. Successivamente abbiamo trovato un altro collega che era disposto, anche lui, a far parte del Quartetto: così è "iniziata" l'avventura del nostro ensemble.
Poi, si sa, nella vita le cose cambiano: ognuno compie le proprie scelte personali e il nostro collega, che era stato membro fondatore del Quartetto, ha scelto di intraprendere un'altra strada.
Tuttavia noi siamo andate avanti e ora siamo felicissime di avere con noi, ormai da parecchi anni, anche Giorgia Mammi.

Il Quartetto è nato nel 2011 allo scopo di proporre brani musicali scritti o arrangiati per quartetto di clarinetti: può parlarci di questa attività?
All'inizio abbiamo studiato e costruito un repertorio da presentare, in seguito, ai concerti.
Probabilmente la prima svolta nella nostra carriera che ci ha dato veramente energia, entusiasmo e anche fiducia in noi stesse è avvenuta quando siamo state invitate a suonare al Fringe Festival di Edimburgo e alle National Galleries of Scotland. Un paio di anni dopo siamo state richiamate e siamo tornate a suonare, appunto, al Fringe Festival e anche alle Galleries. Tra l'altro, suonare alle Galleries è stato molto emozionante, soprattutto la seconda volta, poiché abbiamo suonato un concerto che aveva come "protagonista" Genova: abbiamo, infatti, suonato nella stanza in cui è esposto il quadro della famiglia Lomelliniche si trova proprio lì, a Edimburgo.
Le Galleries, in più, ci hanno richiamato qualche mese fa e, per ovvi motivi, non è stato possibile andare, come pure è saltato un altro concerto negli Stati Uniti che, speriamo, sia soltanto rimandato e non cancellato.

Quale repertorio prediligete?
I nostri gusti musicali sono piuttosto eclettici. A me, ad esempio, piace molto la musica antica nonostante suoni il clarinetto!
Il quartetto di clarinetti è, come formazione, un ensemble piuttosto moderno nella storia della musica, pertanto il repertorio originale per la nostra formazione è prevalentemente novecentesco. Noi, ovviamente, ci troviamo molto a nostro agio a suonare questo tipo di repertorio, tuttavia ci piace anche sfruttare un po' tutte quelle che sono le potenzialità, le caratteristiche e la voce del nostro strumento. Ed è per questo che spesso suoniamo anche trascrizioni di brani più antichi.
Negli anni abbiamo anche scoperto che la ricerca musicale ci affascina moltissimo. Troviamo particolarmente stimolante dover preparare dei programmi a tema. Il primo che ci è stato chiesto è stato quello di preparare un concerto in occasione dell'esposizione del "Bacio" di Rodin. Non avevamo mai fatto nulla di simile e, quindi, all'inizio eravamo leggermente "spaesate" ma, poi, abbiamo scoperto che realizzare questo tipo di ricerca ci piace veramente tantissimo.

In questo periodo di stop delle attività concertistiche molti artisti hanno partecipato o dato via a varie iniziative web e streaming: come avete affrontato "artisticamente" il periodo di lockdown?
In un primo tempo, subito all'inizio del lockdown abbiamo reagito molto attivamente: abbiamo, infatti, registrato un video a distanza, stando ognuna a casa propria, che successivamente abbiamo assemblato. Forse siamo stati, addirittura, tra i primi gruppi a produrre un video di questa tipologia. Poi però, dopo questa prima registrazione abbiamo deciso di prenderci un momento di "riflessione".
Alcuni nostri video registrati in passato sono stati trasmessi da altre trasmissioni locali.
Noi, invece, abbiamo pensato di "ritirarci", in un certo senso, di lavorare un po' più "dietro alle quinte". Ci siamo poste degli obiettivi per il futuro e stiamo preparando nuovi programmi, compiendo nuove ricerche e nuovi arrangiamenti.
Stiamo lavorando su un programma tutto al femminile. Io, personalmente, sentivo molto l'assenza di un brano di Clara Schumann nel nostro repertorio, per cui lo abbiamo trovato e abbiamo iniziato a lavorare su questo arrangiamento.
Una settimana fa, tra l'altro siamo state contattate da un compositore dagli Stati Uniti che ci ha chiesto se poteva scrivere un brano per noi. Quindi, adesso siamo in contatto con lui e siamo curiosissime di vedere cosa ci proporrà, ansiose di iniziare a studiare!

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