INFINITI/forme e suoni
Gli strumenti:
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Indubbiamente il fascino della musica ricopre molti aspetti che possono incuriosire l’ascoltatore, come ad esempio la prassi della trascrizione da uno strumento ad un altro, o da un organico strumentale ad un altro. Ci si può domandare perché fosse consueta nel Settecento, ma ancora oggi continuiamo a sorprendercene.
La lettura della musica può avvenire dal segno all'immaginazione del suono, come a dire che non serve uno strumento ma può bastare lo sguardo perché quella musica canti in noi. Quel canto però può variare ad ogni rilettura, generando in colui che legge la musica per approfondirne il significato la tentazione di scriverne un’ipotesi sonora rivisitata.
Quando colui che legge la musica di un altro compositore è un grande musicista, Johann Sebastian Bach ad esempio, certamente può nascere un capolavoro. E può anche sorgere la curiosità di immaginare quante altre potenziali trascrizioni Bach non ci abbia regalato.
Una delle ulteriori ragioni che giustificano la diffusione della trascrizione nasce dal bisogno di diffondere la conoscenza della musica in un'epoca priva della registrazione sonora, ovvero dei dischi, che a noi offrono la possibilità di riascoltare una composizione e "sentirla" diversa in base al nostro stato d'animo di quell’attimo. Una ragione commerciale dunque, che ha portato a favorire l'utilizzo degli strumenti più diffusi, dalla tastiera agli strumenti ad arco o a fiato.
Per noi oggi l'ascolto di musiche trascritte è principalmente un'ottima occasione per migliorare la conoscenza di quest'arte unica chiamata Musica.
Il Nexus Ensemble, che utilizza copie di strumenti ricostruiti a partire da rappresentazioni pittoriche, presenta composizioni di autori centrali nella storia della musica del tre-quattrocento tra cui Landini, Machaut e Dufay, quest'ultimo lungamente in Italia, la cui opera si fece sintesi del Medioevo e transizione al Rinascimento, periodo storico di centrale interesse per questo trio.
La poesia si traduce in canto intrecciando indistintamente testi e melodie di ispirazione amorosa e spirituale.
Nella tradizione pittorica fiamminga, Jan van Eyck, con Il ritratto dei coniugi Arnolfini del 1434, ci mostra un riflesso speculare in cui il dipinto è soggetto ed oggetto allo stesso tempo, lo sguardo si divide tra mondi e tempi differenti.
Dai fiamminghi ereditiamo in musica questa assonanza tra le dimensioni, l'elaborazione di elementi minimi, l'astrazione dei contenuti poetici, le forme concentriche in loop.
Confrontarsi con i concetti di spazio e d'infinito e, quindi, di tempo e di eternità, significa dialogare con alcuni dei misteri con i quali si commisura l'esistenza umana.
Autentico virtuoso di liuto a plettro e oud turco nell'ambito della musica antica, orientale ed extracolta, Peppe Frana è stato presto attratto dalle musiche modali extraeuropee attraverso la musica di Ross Daly e ha intrapreso lo studio dell’oud turco e di altri cordofoni a plettro durante i suoi frequenti viaggi in Grecia e in Turchia, dove ha frequentato alcuni tra i più rinomati maestri: Yurdal Tokcan, Omer Erdogdular, Murat Aydemir, Daud Khan Sadozai, Ross Daly stesso.
Dall‘incontro con i membri dell'Ensemble Micrologus è scaturito l'interesse per la musica del Medioevo europeo e per il liuto a plettro, di cui è diventato presto uno dei più apprezzati solisti e insegnanti.
Dal 2013 studia liuto medievale presso la Schola Cantorum Basilensis sotto la guida di Crawford Young, inaugurando la sua prima esperienza di studio musicale accademico.
Peppe Frana è laureato con lode in filosofia presso l'Istituto Universitario "L'Orientale" di Napoli.
Collabora stabilmente con molteplici artisti e progetti musicali tra cui Ensemble Micrologus, Ensemble Calixtinus, Ensemble Exquier, La Contraclau, Cantsiléna, Ensemble Bahar, Ross Daly, Radiodervish, Vinicio Capossela, svolgendo una florida attività concertistica nei più prestigiosi festival italiani e internazionali.
È Direttore Artistico di Labyrinth Italia.
Musicista eclettica e appassionata, dopo gli studi accademici - è diplomata in pianoforte, clavicembalo e canto - Paola Cialdella si dedica ad ambiti musicali diversificati e perfeziona la sua formazione, collaborando poi come solista e in ensemble con Il Canto di Orfeo (G. Capuano), Cor de Cambra del Palau de la Musica Catalana (J. Vila), Oberwalliser Vokalensemble (H. Kaempfen), Cantica Symphonia (G. Maletto), Ensemble Chiaroscuro e il Falcone (F. H. Cipriani), Coro Cremona Antiqua (A. Greco), Cleantha, partecipando a festival e incisioni discografiche in tutta Europa con un vasto repertorio tra musica antica e contemporanea.
Paola Cialdella è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne.
Attiva nella creazione di progetti originali e nella vita culturale, è direttore artistico della stagione La Voce e il Tempo, docente e responsabile dei Laboratori Vocali permanenti MAP e formatrice vocale per Singschule Oberwallis e AMO a Brig (Svizzera).
Violista da gamba, Silvia De Rosso ha studiato con Roberto Gini e Bettina Hoffmann.
Ha conseguito il Diploma accademico con il massimo dei voti e partecipato a masterclass tenute da Alfredo Bernardini, Christopher Coin, Roy Goodman, Monica Hugget, Ton Koopman, Mateo Cicchiti.
Estremamente versatile, Silvia De Rosso vanta una importante attività concertistica come solista e componente di Ensemble ed orchestre, spaziando tra tutte le taglie della viola da gamba: dalla viola basso alla viola soprano, alla viella, al violone e contrabbasso storico.
Ha inciso per Brillant, Dynamic, Urania Records.
Ad oggi insegna viola da gamba presso la Scuola Musicale di Milano Srl, dove si occupa di progettazione e di percorsi personalizzati per il perfezionamento di musicisti amatoriali e professionisti.
Silvia De Rosso dirige l'ArcoVersoEnsemble, consort di viole da gamba, emanazione della detta istituzione.