Rethinking Bach
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria via Whatsapp o SMS al numero 335 1218353.
Leggi l'Informativa art. 13 Reg. UE 2016/679, per il trattamento dei dati personali in ottemperanza alle normative anti COVID
Per disposizione ministeriale, dal 1° maggio 2022 per accedere ai concerti è obbligatorio indossare una mascherina di tipo FFP2.
Indubbiamente il fascino della musica ricopre molti aspetti che possono incuriosire l’ascoltatore, come ad esempio la prassi della trascrizione da uno strumento ad un altro, o da un organico strumentale ad un altro. Ci si può domandare perché fosse consueta nel Settecento, ma ancora oggi continuiamo a sorprendercene.
La lettura della musica può avvenire dal segno all’immaginazione del suono, come a dire che non serve uno strumento ma può bastare lo sguardo perché quella musica canti in noi. Quel canto però può variare ad ogni rilettura, generando in colui che legge la musica per approfondirne il significato la tentazione di scriverne un’ipotesi sonora rivisitata.
Quando colui che legge la musica di un altro compositore è un grande musicista, Johann Sebastian Bach ad esempio, certamente può nascere un capolavoro. E può anche sorgere la curiosità di immaginare quante altre potenziali trascrizioni Bach non ci abbia regalato.
Una delle ulteriori ragioni che giustificano la diffusione della trascrizione nasce dal bisogno di diffondere la conoscenza della musica in un'epoca priva della registrazione sonora, ovvero dei dischi, che a noi offrono la possibilità di riascoltare una composizione e "sentirla" diversa in base al nostro stato d'animo di quell’attimo. Una ragione commerciale dunque, che ha portato a favorire l'utilizzo degli strumenti più diffusi, dalla tastiera agli strumenti ad arco o a fiato.
Per noi oggi l'ascolto di musiche trascritte è principalmente un'ottima occasione per migliorare la conoscenza di quest'arte unica chiamata Musica.
Si dice che Johann Sebastian Bach compose le sue Variazioni Goldberg per alleviare le notti di insonnia di uno dei suoi mecenati: il conte Keyserlingk. Seppure sia ancora incerto se questa origine sia totalmente vera o meno, la natura ipnotica delle Variazioni Goldberg è un dato di fatto. Le Variazioni Goldberg non sono solo un insieme di variazioni su un tema, sono variazioni del “Dio dell’armonia”, Johann Sebastian Bach. Jorge Jiménez ha arrangiato e ricomposto questa monumentale opera d’arte per violino senza accompagnamento.
La complessità dell’architettura di questi brani è tale che il semplice arrangiamento non era sufficiente per adattarsi al violino, così Jorge li ha ridimensionati. Immaginate di provare a inserire tutti i mobili della Reggia di Versailles in un bellissimo attico con una camera da letto minuscola in Rue Lafayette: si dovrebbe scegliere le cose migliori e mirare a mantenere la stessa sensazione del grande spazio in uno piccolo. Fortunatamente molte composizioni di Bach si adattano alla perfezione a qualsiasi strumento, ma queste variazioni sono estremamente complesse, anche più complesse, nella loro profondità, della Kunst Der Fugue. Jorge le ha riarrangiate, quasi composte una seconda volta, nello stile in cui molte opere popolari sono state arrangiate durante questo periodo, per adattarsi alle diverse esigenze degli artisti e del pubblico. Questa trascrizione delle Variazioni Goldberg di Bach è il completamento di un progetto durato oltre due anni, durante i quali il pezzo è stato in tournée in Polonia (dove Insomnia è stato presentato come parte della residenza artistica al Festiwal Bachowski Swidnica), in Spagna e nel Regno Unito; il progetto si è concluso con la prima registrazione in assoluto delle Goldberg in questo innovativo arrangiamento per violino solo, per la prestigiosa etichetta discografica Pan Classics.
Jorge Jiménez è attualmente uno dei violinisti più richiesti sulla scena internazionale, apprezzato per l’approccio scrupoloso ed appassionato e per la capacità di fedele interpretazione musicale con gli strumenti propri dei vari repertori che vanno dal Medioevo al XXI secolo.
Jorge Jiménez è il fondatore e direttore dell’ensemble spagnolo Tercia Realidad ed è regolarmente invitato a dirigere gruppi e orchestre quali Hanover Band, Forma Antiqva, La Risonanza I Fagiolini, Laudonia Ensemble, l’Orquesta del Principado de Asturias, la Symfonisch Orkest van Opera Vlaanderen e la Capella Cracovensis. È inoltre apparso come direttore ospite della Kiez Oper, nuova realtà operistica residente a Berlino, e dell’orchestra accademica del Festival Bachowski Swidnica in Polonia.
Ha registrato per etichette come Atlantic Records, Naxos, Hyperion, DLR-Capriccio, Lindoro, La Ma de Guido e Prometeo. Come solista ha effettuato tournée in Europa e America del Sud e si è esibito a Istanbul, Siviglia, Barcellona, Londra, Manchester, Berlino, Madrid, Parigi, Varazdin e Cochabamba.
Nel 2018 è apparso come direttore musicale e solista in "The Secret Theatre" di Alexander Balanescu e in "Four Seasons" di Max Richter allo Shakespeare’s Globe Theatre. Nello stesso anno Jorge Jiménez ha diretto la prima mondiale della sua composizione "EVENSONG: The British Vespers" al Festival Misteria Paschalia di Cracovia.
A maggio è figurato fra i direttori ospiti del progetto "Haydn Extreme" della Capella Cracoviensis, progetto che impegnerà l’orchestra polacca nell’esecuzione di tutte le sinfonie di Haydn fino al 215° anniversario della sua morte nel 2024.
Fra i momenti più significativi della stagione 2018/2019 si segnalano i recital totalmente dedicati a Bach con il clavicembalista Fabio Bonizzoni, l’attività di direzione alla Semana de Música Religiosa de Cuenca e apparizioni in veste di solita ad Istanbul, in Canada e nel Regno Unito.
Nel 2021 Jorge Jiménez ha presentato il suo album "Lunaris" per GWK Records (Germania) per il quale ha scritto 4 paesaggi sonori elettronici che la critica ha considerato "fuori dal mondo".
Jorge Jiménez suona un violino Ruggeri del 1680 realizzato a Cremona, un Gagliano di Napoli del 1797, un Nicolò Amati del 1720 costruito a Bologna, gentilmente prestato dalla Jumpstart Jr Foundation / Sparey Collection e un Nicola Marchioni affidato da Jonathan Sparey.