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Le Sinfonie di Beethoven a Palazzo Ducale

Le Sinfonie di Beethoven: Jorge Jiménez, Silvia Márquez

17 novembre 2021 ore 16:30 Palazzo Ducale

INTERPRETI

  • Jorge Jiménez violino
  • Silvia Márquez pianoforte
    • Danilo Faravelli relatore

    PROGRAMMA

    ore 16:30: Conferenza
    ore 18: Concerto

    • Ludwig van Beethoven
      Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21 (trascrizione per violino e pianoforte di Hans Sitt)
      Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 (trascrizione per violino e pianoforte di Hans Sitt)
      Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 (trascrizione per violino e pianoforte di Hans Sitt)
    Terminato
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    Jorge Jiménez Silvia Márquez Jorge Jiménez Silvia Márquez Jorge Jiménez Silvia Márquez Jorge Jiménez

    Abbozzi del quarto movimento della Prima Sinfonia risalgono al 1794 e spiegano il modo di comporre tipico di Beethoven, progressivo e riflessivo, lontanissimo da quello di Mozart che compose le sue tre ultime e maggiori sinfonie nello spazio complessivo di un mese e mezzo.
    La prima esecuzione conferma quanto Beethoven, non ancora trentenne, fosse già stimato a Vienna. Essa avvenne in occasione di un concerto a suo beneficio nel quale in programma, oltre alla Prima Sinfonia, c’erano il Settimino e un Concerto per pianoforte da lui suonato, infine improvvisazioni al pianoforte sul tema dell’Inno Imperiale di Haydn e, sempre di Haydn, alcuni brani dell’oratorio La Creazione oltre ad una sinfonia di Mozart.
    Anche se tutti gli studiosi hanno da sempre considerato questa Sinfonia un lavoro del primo Beethoven, quasi un’opera transitoria, il grande genio innovatore si manifesta fin dalle prime battute, quando la tonalità di do maggiore è celata e appare solo dopo varie modulazioni.
    In altri precedenti lavori dati alle stampe Beethoven aveva manifestato il suo carattere rivoluzionario, basti pensare alla Sonata op. 13 "Patetica" per pianoforte, ma nella Prima Sinfonia l’autore ha prevalentemente rispettato la forma del quartetto per archi e della sinfonia come il momento più rappresentativo della tecnica compositiva, sia dal punto di vista concettuale che da quello narrativo.

    La nascita della Quarta Sinfonia è legata all’incontro tra Beethoven e il suo mecenate, il principe Lichnowsky, con il conte Franz von Opperssdorf che, impressionato dall’ascolto della Seconda Sinfonia, chiese immediatamente a Beethoven di scrivere una nuova composizione sinfonica a lui dedicata.
    Fu così che Beethoven interruppe la composizione della Sinfonia in do minore (che sarebbe poi diventata la Quinta Sinfonia) per dedicarsi alla creazione della Sinfonia in si bemolle maggiore, la Quarta appunto.
    Ne nacque in breve tempo un’opera assai diversa che Robert Schumann, anni dopo, definì «Una snella fanciulla greca fra due giganti nordici».
    Anche Héctor Berlioz fu un ammiratore della Quarta Sinfonia di cui scrisse che «...il carattere di questa partitura è generalmente vivo, sveglio, gaio, oppure d’una dolcezza celeste. Se si eccettua il meditativo Adagio che gli serve da introduzione, il primo pezzo è consacrato quasi esclusivamente alla gioia. Il motivo in note staccate con cui ha inizio l’Allegro è un semplice canovaccio su cui l’autore spande in seguito altre melodie più effettivamente tali, che rendono così accessoria l’idea apparentemente principale dell'inizio. Quest’artificio, benché fecondo in risultati curiosi e interessanti, era già stato usato da Mozart con uguale fortuna. Ma nella seconda parte dello stesso Allegro, si trova un’idea veramente nuova, le cui prime battute incatenano l’attenzione, e che dopo aver trascinato lo spirito dell’ascoltatore in misteriosi sviluppi lo colpisce di stupore per la sua conclusione inattesa».

    La composizione dell'Ottava Sinfonia avvenne a partire dall’inizio del 1811 fino all’estate del 1812, nel periodo in cui avvenne il tanto desiderato incontro con il poeta e drammaturgo Johann Wolfgang von Goethe, ammirato da Beethoven.
    La Sinfonia ebbe una prima rappresentazione privata, come d'uso, presso l’Arciduca Rodolfo d’Asburgo-Lorena e in seguito, il 27 febbraio 1814, la sua prima esecuzione pubblica a Vienna in un concerto organizzato dall’amico Johann Nepomuk Mälzel per promuovere le sue macchine musicali, strumenti atti ad amplificare le sonorità naturali.
    Il programma comprendeva solo opere di Beethoven e, come già successo in occasione della presentazione al pubblico della Settima Sinfonia, il maggior successo fu ottenuto da La Vittoria di Wellington, anche in questa occasione parteciparono i principali musicisti operanti a Vienna: dai violinisti Ignaz Schuppanzigh, Spohr, Moscheles, Romberg, al celebre contrabbassista Domenico Dragonetti, a Hummel impegnato alla grancassa e al giovane Meyerbeer che suonava i piatti.
    L’Ottava sinfonia ritrova dimensioni e proporzioni apparentemente classiche, recupera il tempo di Minuetto al posto dell’ormai usuale Scherzo, inserisce un rispettoso omaggio al metronomo inventato da Mälzel, ma esibisce una maturità e una classe straordinaria nell’uso delle forme apparentemente superate cui si aggiunge la bellezza speciale della semplicità.
    La Sinfonia ottenne l’ammirazione assoluta dai grandi musicisti, a partire da Robert Schumann che scrisse: «Fra le sinfonie beethoveniane quella in fa è la meno eseguita e ascoltata: perfino a Lipsia, dove tutte sono conosciute e quasi popolari, si nutre qualche prevenzione proprio contro questa che per profondità umoristica non ha forse l’uguale fra le opere del Maestro. I crescendo, come quello verso la fine dell’ultimo tempo sono rari persino in Beethoven e quanto all’Allegretto in si bemolle non c’è niente da fare se non starsene zitti e felici...».

    Jorge Jiménez è attualmente uno dei violinisti più richiesti sulla scena internazionale, apprezzato per l’approccio scrupoloso ed appassionato e per la capacità di fedele interpretazione musicale con gli strumenti propri dei vari repertori che vanno dal Medioevo al XXI secolo.
    Fondatore e direttore dell’ensemble spagnolo Tercia Realidad, Jorge Jiménez è regolarmente invitato a dirigere gruppi e orchestre quali Forma Antiqva, La Risonanza, l’Orquesta del Principado de Asturias, la Symfonisch Orkest van Opera Vlaanderen e la Capella Cracovensis.
    Per la sua versatilità e la passione nell'interpretazione di vari repertori, la fondazione olandese
    JumpstartJr ha fornito in prestito a Jorge Jiménez un violino Vincenzo Ruggeri del 1680 costruito a Cremona e un violino del 1797 costruito dai famosi liutai napoletani Giuseppe e Antonio Gagliano.

    Definita una infaticabile ed entusiasta [..] esperta di tastiere storiche, Silvia Márquez ha vinto il primo premio al Concurso Permanente de Juventudes Musicales nel 1996, sia nella categoria del clavicembalo che in quella dell’organo.
    Ha fatto parte nel 2001 della European Union Baroque Orchestra, avendo modo di suonare in tutto il mondo con direttori quali Roy Goodman, Andrew Manze, Alfredo Bernardini e Edward Higginbottom.
    Invitata a partecipare come membro di giuria a numerosi concorsi, Silvia Márquez è attiva come solista, camerista e in orchestra sotto la direzione di  Fabio Biondi, Giuliano Carmignola e Paul Goodwin e si esibisce regolarmente con l’ensemble di musica antiva Forma Antiqva.  Attraverso corsi e concerti promuove la musica del XX e XXI secolo e incentiva la composizione di nuova musica per clavicembalo, eseguendo in prima assoluta lavori di molti autori spagnoli
    e internazionali, per strumento solista e in gruppi cameristici.

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